Esterno campanile vittoria
La seconda campana
1 campana a concerto
Frio alla tastiera
Campane in alto

Alcune fotografie che raffigurano il campanile

 

Dati tecnici campane :

Numero campane / Tonalità :  10 MIB
Anno campane: 1962 – 2004
Fonditori : E. Picasso – E. Allanconi
Titolare concerto : Riccardo Frio

Breve storia della chiesa :

La costruzione del primo santuario

Sull’onda emotiva che fece seguito alla vittoria fu immediatamente decisa la costruzione di una cappella, subito divenuta meta di pellegrinaggi.

il 25 marzo 1637 il governo della Repubblica di Genova, anche per accrescere il proprio prestigio in campo internazionale, incoronò la Madonna Regina della città, donando al santuario una pala d’altare che raffigurava la Vergine in trono tra i Santi protettori della Repubblica, oggi sostituita da una statua attribuita a Tommaso Orsolino (1587-1675).

La cappella originaria fu ingrandita, divenendo una chiesa vera e propria, che fu inaugurata nel 1654, nonostante ritardi e problemi tecnici che interessarono i lavori.

Dal Settecento ai nostri giorni

Durante la guerra di successione austriaca, tra il 1746 e il 1747 tutta la val Polcevera subì l’occupazione delle truppe austriache che assediavano Genova, seminando morte e distruzione.

Particolarmente colpiti furono gli edifici religiosi, ed anche il santuario fu quasi completamente distrutto (secondo alcuni dagli austriaci, secondo altre fonti dagli stessi valligiani perché non servisse come base per le scorribande degli invasori). Si salvarono solo il campanile, costruito nel 1723, l’altare maggiore e la sagrestia, oltre agli arredi sacri, che il parroco di Montanesi aveva portato al sicuro a Pedemonte (Serra Riccò).

Il santuario fu ricostruito nel 1751. La chiesa, più piccola di quella secentesca, ha pianta rettangolare a navata unica e due cappelle laterali, dedicate a Sant’Anna e al Sacro Cuore. Sopra l’altare maggiore si trova la statua dell’Orsolino, raffigurante la Madonna con la palma della vittoria nella mano sinistra, mentre con la destra sorregge il Bambino che sventola la bandiera di Genova. Un’altra statua in legno della Madonna, scolpita negli anni trenta del Novecento da un artigiano di Ortisei, si trova nell’atrio della chiesa.

Il santuario della Vittoria divenne una delle principali mete domenicali degli abitanti della Valpolcevera, tradizione che, a motivo della sua origine, si consolidò con l’instaurarsi del clima patriottico che caratterizzò il periodo tra la fine dell’Ottocento e la prima guerra mondiale (1915-1918), quando divenne un importante punto di riferimento per gli ex combattenti, che vi hanno portato cimeli di guerra ed ex voto in segno di ringraziamento.

Sul piazzale sono conservati i resti di un obice austriaco della prima guerra mondiale, donato al santuario nel 1919 dal generale Armando Diaz e un pezzo d’artiglieria della seconda guerra mondiale, strappato ai tedeschi dalle brigate partigiane che operarono nella zona durante la lotta di liberazione (1943-1945). Si tratta di un cannone anticarro tipo 7.5 cm PaK 40 prodotto dalla Rehinmetall-Börsig.

In occasione della consegna dell’obice (si tratta di un 8 cm M.75) donato dal generale Diaz fu anche collocata sul muro del campanile la targa, tuttora esistente, con il testo del Bollettino della Vittoria dello stesso generale Diaz (novembre 1918).